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GIULIO ASCANIO PERINI SINGOLA LEZIONE | 10 EURO Quella dell’artista, nato a Mumbai e naturalizzato britannico, è stata una continua sfida diretta ai limiti e alla materialità del mondo visibile, attraverso opere che trascendono la loro oggettività e sollecitano lo spettatore ad interagire emotivamente. Nelle sue sculture Anish Kapoor ha sperimentato ogni sorta di materiale, naturale ed artificiale che sia: granito, calcare, marmo, legno, gesso, resina, per poter creare oggetti dalle forme enigmatiche, geometriche o biomorfe, riproponendo il motivo della piega rinascimentale, inteso come superamento dei limiti del contorno e del bordo attraverso la loro cancellazione. Allo stesso tempo, Kapoor è stato capace di giocare con la potenza cromatica della superficie e la percezione di essa, alternando pigmenti coloratissimi, chiaro richiamo all’immaginario indiano delle sue origini, ad una materia specchiante che riflette o assorbe la luce e la realtà circostante fino a raggiungere l’oscurità. Testimonianza di questo processo sono i suoi esperimenti con il colore più nero possibile, il Kapoor Black, lo speciale pigmento, da lui brevettato, che assorbe fino al 99,99 per cento di luce, creando opere di cui non è possibile percepire la profondità, e quindi la differenza tra pieno e vuoto, tema ricorrente nella ricerca di Kapoor. Il forte approccio concettuale, testimoniato dalla raffinata e duchampiana ricerca nei titoli donati alle sue creazioni, non deve, tuttavia, distrarci dall’impatto diretto con l’opera, capace di riportare sempre lo spettatore-interlocutore verso una dimensione fisicamente percettiva, in cui l’unico mezzo di conoscenza sono i nostri sensi ed il nostro corpo.
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